domenica 9 ottobre 2016

Ero malata e sono guarita

Non scrivo qui sul blog da un sacco di tempo.
Mi sembrava tutto troppo.

Non ricordo nemmeno su che cosa ho scritto l'ultimo post, poi mi sono presa una pausa, non è che l'ho proprio deciso, ho semplicemente smesso di scrivere.

Cosa mi è successo.
Questo blog non ha nemmeno un seguito quindi  penso non ci sarà qualcuno a cui importa il perchè ho smesso di scrivere, soprattutto ora dopo lo iato che abbiamo avuto io e il blog.
ho scritto alcune bozze per post mai pubblicati e va bene così, capita a tutti di decidere di non pubblicare. Volevo che quei post fossero scritti meglio, fossero più elaborati.

Facebook mi chiede spesso di far sapere ai miei amici  che cosa sto combinando ultimamente, perchè ha capito il mio gioco giù tempo fa. Io non pubblico i fatti miei da nessuna parte, se non qui, ma in forma anonima. 

Quindi sappiate, miei lettori immaginari, che in questi mesi sono stata male, fisicamente e psicologicamente. 
E' iniziato tutto non quello che credevo essere un "crollo di tensione" dopo l'esame di stato. Pensavo che essendomi agitata troppo, visto il mio passato di ansia e colon irritabile o IBS se volete chiamarlo in modo più chic, il mio corpo avesse deciso di smettere semplicemente di funzionare e che sarebbe passata nel giro di una settimana.
Non è stato così.  Ho passato da marzo ad agosto a cercare una soluzione e una cura.
In questo periodo mi è stato difficilissimo funzionare anche psicologicamente. Ero sempre triste, l'unica cosa a cui pensavo era il dolore, il male che provavo fisicamente. 
Questa situazione mi ha portato ad una autostima al di sotto delle medie stagionali, sono ingrassata ancora, ero sempre più stanca, mi sentivo sempre più brutta. Tra tutte le altre cose non riuscivo a trovare lavoro. Ma questa è un'altra storia. 

Adesso invece
Ora sono una situazione molto migliore. Da agosto ad oggi la salute è migliorata, sono guarita e ho deciso di guarire anche il mio corpo. Mi sento più bella e sono più energica. Mi sto aggrappando a queste positività nella speranza di riuscire a svoltare anche in altri campi della mia vita, da quello lavorativo a quello sentimentale. 
Spero di parlarvene qui, quindi se ci siete battete un colpo. Intanto io nel prossimo post vi spiego un po' che cosa mi è capitato, così se qualcuno nell'internet ha la mia stessa cosa e non sa che pesci pigliare magari leggerà qui sul blog e saprà che problema ha. Chiaro, no?

lunedì 18 aprile 2016

Ansia principesca

Ogni tanto mi dico: Dovrei scrivere di più sul blog, ma poi mi passa. 

Chiariamolo, o meglio ri- chiariamolo subito, non sarò mai la blogger perfetta, la blogger di successo, come non sarò mai la ragazza perfetta, di successo, bella tonica, e fotonica. Io sono io, un po' pigra e ritardataria, che se non mi dici esattamente tutto il programma della giornata mi viene una sincope. 

Come ieri che era il mio compleanno, 
Mia sorella mi ha chiesto, così tra un discorso e l'altro: Ma tu cosa ne pensi delle mongolfiere?
Mongolfiere??

Beh la proposta strampalata che mi ha fatto di andare al raduno nazionale, internazionale, universale, ipergalattico delle mongolfiere per festeggiare il mio compleanno. Ecco a me viene l'ansia. 
Primo: soffro di vertigini.
Secondo: non ho i soldi
Ma ad essere sincere queste non sono state le mie prime preoccupazioni, no. Mi sono immaginata in un prato immenso, molta gente, le mongolfiere che volano e nemmeno un bagno. Panico. Eh sì. il primo motivo di ansia per me è la presenza, o meglio l'assenza di un bagno. Questo da almeno due anni a questa parte, quando ho avuto i primi sintomi di un intestino irritabile maledettamente invasivo, prima autodiagnosticato e poi confermato quasi un anno dopo dal gastroenterologo che mi ha fatto tutti gli esami di questo mondo, per poi concludere: "Sì, sì, sembra proprio che lei abbia il colon irritabile e che dovrà imparare a conviverci."
A niente sono servite le mie obiezioni, dicendo che non esco più di sera, come le persone normali, specialmente di inverno, da almeno due anni e mezzo. Che non bevo più, che non mangio più fuori, che mi sto isolando. No, non esiste cura, perchè non è una malattia, e non posso farci nulla. 

Quello che però chi mi sta ancora attorno non capisce è quanto sia deprimente pensare di non essere più liberi di andare a fare una scampagnata in montagna in gruppo, senza prendere due imodium, "Tanto un bagno lo si trova sempre", già. Me  lo vedo proprio un bagno in montagna o in mezzo al campo delle mongolfiere ecc. 

Dicono che mi sto condizionando troppo la vita, che questa paura mi sta facendo chiudere in me stessa, ma non ci sono alternative, l'ansia mi ha preso sì, e si auto alimenta ogni volta che sento di non aver chiaro controllo di me stessa, del mio tempo, del mio corpo. 

Quindi no, non sono una principessa, forse non mi sento nemmeno più una persona a volte, ma questo è il mio blog e ci faccio ciò che voglio. 

mercoledì 23 marzo 2016

Gabbie dorate

Mi sento persa, persa in una galera fatta di obblighi non detti e abbracci soffocanti. 
Penserete che sono scema a sentirmi così, io che ho un tetto sulla testa, dei genitori che non mi sbattono fuori di casa e che possono permettersi ancora di avermi a loro carico, ancora per un po'.

Mi sento soffocare ogni volta che ci sediamo a tavola tutti insieme, ogni volta che mia madre mi rivolge la parola, mi sento oppressa dall'obbligo di "dare una mano in casa", ovvero sostituire la colf in tutto e per tutto, e porre questo tacito obbligo davanti a tutto il resto, anche alla ricerca di un lavoro.

Sono terreno fertile per i testimoni di Geova, Scientology e i grassi saturi. I santoni, gli sciamani e gli impostori troverebbero in me il più docile dei seguaci, se io non fossi anche, e purtroppo, così cinica, così miscredente. Sarebbe più facile cedere a una fede anestetica, qualsiasi sia, il buddismo, gli ufo, cristianesimo, scientology, credere che pregare lenirà la mia frustrazione, il dolore sordo, che mi coglie mentre mangio l'ennesimo cena preparata in modo scazzato da Madre, tutti insieme attorno a un tavolo a ignorarci vicendevolmente. E "Zitti tutti, inizia Affari Tuoi! Chissà che cravatta avrà oggi "Fabietto"."

La sera mi do della cretina per non aver combinato nulla "nemmeno oggi", ogni mattina mi sveglio pensando che andrà meglio, che riuscirò a dedicarmi tre ore nella giornata per mettere a posto il CV e portarlo a stampare e alla sera mi ritrovo di nuovo a non aver fatto niente. 
Dove è finito tutto il tempo perso?
E' finito nella quotidiana passeggiata con i cani, nell' aiutare tuo padre a trovare la qualsiasi nel suo caotico studio, preparare il pranzo, perchè madre si degna di tornare a casa solo a pranzo pronto, e i pomeriggi dedicati alla spesa, o qualsiasi altra cosa. Ogni santo giorno.
Madre dopo questo servizio completo di pulizia, stiro, ordine e preparazione pasti ha ancora il coraggio di criticare, di dirmi che devo andare fuori di casa, ma solo dopo aver finito di stendere. 

Io non sono più io, io che volevo diventare un grande architetto e sento sempre di più assomigliare alla comare di paese, ma senza amiche con cui sparlare, dove tutti gli altri vanno avanti e sviluppano le loro vite, mentre io rimango ferma con la zavorra quotidiana, e divento sempre più inacidita. Io non voglio andare avanti così, io non posso o uscirò matta. 

Non ho mai pensato a me stessa come una casalinga, una madre, una moglie, ho sempre accarezzato l'idea di individualità, di soddisfazione professionale, di donna in carriera, e invece la mia carriera sta volgendo più verso la gattara che fa da badante, più che una giovane donna di successo. 
Ad oggi uscire di casa senza la tuta sarebbe un successo.

Ma "adesso tutti zitti -dice Madre- inizia The Voice" e torna il silenzio. 

mercoledì 9 marzo 2016

Caro, sono tornata!

Sono le 5.40 del mattino ed è  da almeno  un'ora che sono in giro per casa. Mi hanno svegliato dei crampi belli forti. Le mestruazioni si stanno vendicando. 

Sono tornata. Lo so che ero sparita da un po' proprio come le miei mes. ma da meno tempo. Cosa è  successo?  Cosa vi siete persi? Beh ecco..
L'esame di stato è successo. 

Ora sono nel mondo del lavoro in tutto e per tutto. 
Dopo il primo scritto ero ancora abbastanza presente qui sul blog poi sono stata fagocitata in una spirale di studio e ansia. Ansia bella forte. Ansia da crisi di pianto, tachicardia nel bel mezzo della notte. Ho passato il secondo scritto e tutto è peggiorato. Gli ultimi quattro giorni sono stati un inferno. Yoga, pastiglie di melissa e valeriana, tre camomille al giorno e niente è servito. Studiare tanto, ripetere tanto, ansiare tantissimo. 
Ansiare è un verbo che dovrebbe prendere in considerazione l'Accademia della Crusca, mica petaloso. Ansiare lo si usa già da un po', lo usiamo in tanti, soprattutto perché ad ansiare siamo  tantissimi. 

L'esame è finito e adesso sono abilitata alla professione. Continuo a non sapere cosa fare della mia vita, soprattutto come fare qualcosa nella mia vita, ma almeno adesso posso farmi prendere sul serio e soprattutto smetterla con la spirale negativa che mi aveva piano piano avvolto da due anni a questa parte, ogni giro più stretto, portandomi a non uscire, soffrire di sindrome dell'intestino irritabile e mi aveva fermato il ciclo. Ieri giusto giusto  dopo l'esame il ciclo è ripartito, pazzesco come funziona bene il corpo, e adesso io sono qui a fare avanti e indietro dal soggiorno al bagno cercando di non svegliare la mia coinquilina, con crampi e un sonno pazzesco. 

Quello che vorrei fare nella vita è la designer production, una figura di nicchia nel mondo del cinema, che si occupa di produrre oggetti di scena dai giornali ai soldi, le insegne dei negozi, la palette di colori a volte. Insomma un lavoro più  improntato sulla grafica che sull'architettura, non che il mio amore per lei sia finito o mutato, ma quello per il cinema è sempre stato più forte.


Per questo blog al momento mi auguro di riprendere a scrivere in modo più  costante, e magari proporre anche qualcuno dei miei disegni, o strisce di fumetti, invece di raccattare immagini dal web. Vedremo. 

Comunque è bello essere  tornati a casa.

sabato 27 febbraio 2016

Un cassetto per i ricordi

Ognuno di noi ha il Cassetto, poi magari non è  un cassetto, forse è una scatola, oppure è un album, o addirittura una stanza intera. Un luogo dove teniamo i nostri ricordi al sicuro. Uno spazio dove raccogliamo le cose più  care a noi, o dove nascondiamo pensieri scomodi. Io in quel cassetto tengo le lettere che scrivevo alle elementari con la mia amica di penna, già, una volta esistevano gli amici di penna. Non vado mai a guardare, ma aggiungo qualcosa ogni tanto.  Le bacchette della prima e unica volta che sono andata in un ristorante cinese, i biglietti del cinema, i gioielli che non metto più, che mi son stati regalati da qualcuno caro, fotografie scattate durante la gita di quinta, i diari su cui ho scritto la cronaca dei miei primi amori. So che è  tutto lì dentro, so che non manca niente, eppure non lo apro mai. Non ho bisogno di controllare per sapere che non manca niente.

Eppure la maggior parte delle volte che penso a quel cassetto non penso a bei ricordi. Penso comunque ai ricordi  negativi che non riesco a dimenticare, magari contemporanei a quei periodi. Se penso alla gita di quinta non posso non pensare ai bulli delle superiori, a come mi sentissi sempre in difetto, sempre quella  sfigata, secchiona ma senza i risultati eccellenti. Ricordo a quanto odiavo le lezioni di italiano, dove ero obbligata a leggere ad alta voce, prendere appunti fitti fitti ai lati del libro perché  la professoressa stronza non era soddisfatta delle traduzioni del libro di testo, che avevo comprato usato perché  nuovo costava 75 euro. Ricordo le sue interrogazioni, l'ultimo anno mi torchiò per 6 ore su Pascoli, l'unico poeta che tolleravo, perché  non era soddisfatta. Non voleva  mandarmi al posto con 4, nemmeno quando la supplicai, no, voleva vedermi soffrire. Mi ha dato 6 e ora io odio Pascoli, e odio lei.

Ci sono altri ricordi dolorosi, sempre con me come vittima, e il carnefice di turno, perché  per il resto non ho nulla di cui lamentarmi. Giuro, mi faccio pena da sola. Non dovete pensare che scriva queste cose per generare attenzione, non ne voglio, grazie. Sono però convinta  di non essere l'unica che ha avuto un passato difficile, insoddisfacente, pesante e non riesce a  scrollarselo di dosso. Per questo non apro mai il Cassetto, per questo cerco di non pensare mai al passato. Io voglio vivere solo nel presente, cercando di non mandare a puttane il futuro. Non rimango mai in contatto con le figure del mio passato. Insegnanti, compagni, amici di infanzia per me non esistono più,  nemmeno sulle pagine dei social, dove sono nascosti, messi anche loro in una sorta di cassetto dove non guardo mai.

Se qualcun altro fa la stessa cosa, cerca di dimenticare il passato, o meglio lo nasconde mi faccia sapere come se la cava, perché io ci son giorni che non me la cavo proprio bene. Tipo oggi, e in genere sempre dopo un violento litigio con Madre. Madre è la più grande bulla della mia vita e ci convivo  da 27 anni, ormai, senza  comunque avere mai la meglio, senza mai averla vinta. La sua frase preferita era fin da quando ero bambina: Mi hai deluso. Ora non lo dice più,  non c'è  bisogno di dirlo, lo so già.  Eppure... eppure non le ho mai mancato di rispetto, non ho mai saltato la scuola, mai preso brutti voti, mai stata bocciata, non mi sono mai drogata, non ho mai fatto la zoccola, ho sempre cercato di evitare di darle dispiaceri, ma per lei non è mai abbastanza.
Ho sbagliato, ne sono cosciente. Fare qualcosa per far felice qualcun altro è  sempre sbagliato, soprattutto  se quel qualcuno è affetto da depressione mai conclamata, qualcuno che non ti voleva, e poi quando ti ha avuto ha solo riversato su di te le sue frustrazioni.

Devo vivere solo per me. Essere egoista.

Vorrei poter mettere tutti i ricordi che ho di lei in quel cassetto e disfarmi della cassettiera intera. Non so ancora come fare a liberarmi di questi peso.
Forse l'unica è  andarsene lontano.

lunedì 15 febbraio 2016

#MusicMonday 12, I will survive, o mi sbrano il primo che incontro

Avete presente quando state studiando per un esame e più vi avvicinate alla data X compaiono nuove cose da sapere? Quell'argomento non lo conoscevo, questo magari lo chiedono, mi sono dimenticata di ripassare l'altro. 
Ecco
Io sto così.

Aggiungete alla suddetta ansia anche la crisi d'astinenza da dolci, poichè mi ero ripromessa di non mangiarne fino a Pasqua. 
Non è nemmeno finita la prima settimana e io di mangiare mela tagliata a pezzetti con una spolverata di cannella ne ho le palle piene. Datemi del cioccolato, vi prego! Nella dispensa avevo un'unica barretta ai cereali, e vi posso tranquillamente dire che me la sto sbranando mentre scrivo, e mi sa che sto pure sbavando, mannaggia a me che non ho comprato nemmeno altre barrette consolatorie!! 
Questa è la riprova che zucchero e cioccolato danno assuefazione, tanto!

Quindi  ansia e frustrazione più panico = Mi sbranerei anche il vicino di casa, e invece no, non si può. 

Sta mattina mi sono svegliata con I will survive, di Gloria Gaynor in testa che forse riassume il periodaccio, che forse finirà presto, che sto vivendo. 

Io ve la lascio qui sotto, nel caso aveste voglia di ascoltarla.


Fatemi un in bocca al lupo.
Passo e chiudo.


giovedì 11 febbraio 2016

Dimagrisci! E' il web che te lo chiede

Nelle mie ultime serate davanti  al PC sono finita in quella che chiamo "la zona grigia del browsing". Mi spiego meglio. Avete presente quando state leggendo un articolo o guardando un video, cliccate un video correlato e poi un altro e così  via, finché  vi accorgete che è tardissimo avete gli occhi a fessure, che bruciano da morire, ma non potete smettere di guardare e state vedendo in video sulla blogger tale, su quello che mangia, quello che compra ecc. A me ultimamente capita di trovare nei correlati video dove una squinzia  a caso parla di come ha perso 10 pounds o 15 cm di girovita in una settimana. Ovviamente credo che la maggior parte siano tutte balle e per il resto siano consigli poco salutari, ma le cose che dicono su come si sentivano prima di questa "esperienza" "viaggio" sono più o meno le stesse, sia quando parlano di disordini alimentari sia quando parlano del loro passato di culone. Non  vi offendete per il termine culone, ché nella categoria faccio parte anche io. 

L'ultimo che ho visto è di una ragazza inglese che parlava appunto di aver perso un tot di peso facendo attenzione alle calorie e facendo sport con un personal trainer. Nel video spiegava di come ci sono alcuni meccanismi psicologici che stanno dietro a un disastro mentre fai dieta e mi ci sono trovata pienamente. Ho fatto varie diete, sempre seguite da un medico, nel mio passato, sono andata in palestra, ho fatto movimento e in pratica conosco ciò di cui lei sta parlando. Il risultato è che i chili li ho poi ripresi, o non li ho persi proprio. 
I meccanismi psicologici che portano al disastro in dieta sono per esempio i seguenti: 
  • fare la dieta per poche settimane, due o tre, 
  • perdere qualche chilo e ricompensarsi con una pizza,
  • sentirsi bene per un complimento di qualcuno e quindi sentirsi autorizzati a mangiare un gelato, invece di pensare: "ok, sto andando bene, devo continuare così"

Ripensando alle mie passate esperienze penso di averle fatte tutte queste cagate, più volte. 
Non penso che sia solo una questione di forza di volontà, quanto di mindset tuo e di chi ti sta intorno. Tuo perchè devi diciamo "ballare al suono del tuo tamburo" e seguire gli obiettivi che ti sei prefissata. Di chi ti sta intorno perchè se qualcuno che conosco, mentre sto facendo dieta, commenta i miei progressi la posso prendere benissimo o malissimo, scoraggiarmi, gasarmi o addirittura sentirmi talmente bene che un gelato non mi farà poi così male. Se le persone che conosci sanno che stai facendo la dieta per dovere morale dovrebbero farsi i fatto loro, anzichè commentare "Quanto sei dimagrita!" la prima volta che ti vedono dopo un mese che hai iniziato la dieta. Cosa dovrebbero fare? Non ho una risposta, ma siamo una generazione talmente tanto ossessionata dal nostro aspetto, dal nostro corpo che la cosa più "giusta" pensiamo sia quella di commentare l'aspetto del poverino di turno, cose se contasse solo l'aspetto. 
Non che io sia perfetta, ma di solito se vedo che qualcuno è dimagrito non mi fiondo a fare commenti, perchè penso che sia una invasione di privacy, magari però dico che le trovo bene, o le complimento sul loro outfit. Funziona sempre e non offendi nessuno. 

In questo periodo della mia vita sto cercando una via per stare meglio con me stessa, con il mio corpo, cercare di introdurre più attività fisica, ma sto rimandando perchè le cose in campo lavorativo sembrano muoversi. Devo prendere l'abilitazione a tutti i costi e solo allora potrò dedicarmi alla mia salute fisica. So che questa sembra una scusa, che in effetti ho usato parecchio in passato. Per il momento devo ricordarmi più cose possibili su tutti gli argomenti possibili, con la maggio precisione possibile poi potrò dedicarmi a un piano di battaglia per il mio futuro fisico e psicologico. 
Per il momento va così.
Voglio però davvero evolvermi in una donna fisicamente più forte, prestante, scattante e voglio sentirmi bene. Vedremo.