sabato 27 febbraio 2016

Un cassetto per i ricordi

Ognuno di noi ha il Cassetto, poi magari non è  un cassetto, forse è una scatola, oppure è un album, o addirittura una stanza intera. Un luogo dove teniamo i nostri ricordi al sicuro. Uno spazio dove raccogliamo le cose più  care a noi, o dove nascondiamo pensieri scomodi. Io in quel cassetto tengo le lettere che scrivevo alle elementari con la mia amica di penna, già, una volta esistevano gli amici di penna. Non vado mai a guardare, ma aggiungo qualcosa ogni tanto.  Le bacchette della prima e unica volta che sono andata in un ristorante cinese, i biglietti del cinema, i gioielli che non metto più, che mi son stati regalati da qualcuno caro, fotografie scattate durante la gita di quinta, i diari su cui ho scritto la cronaca dei miei primi amori. So che è  tutto lì dentro, so che non manca niente, eppure non lo apro mai. Non ho bisogno di controllare per sapere che non manca niente.

Eppure la maggior parte delle volte che penso a quel cassetto non penso a bei ricordi. Penso comunque ai ricordi  negativi che non riesco a dimenticare, magari contemporanei a quei periodi. Se penso alla gita di quinta non posso non pensare ai bulli delle superiori, a come mi sentissi sempre in difetto, sempre quella  sfigata, secchiona ma senza i risultati eccellenti. Ricordo a quanto odiavo le lezioni di italiano, dove ero obbligata a leggere ad alta voce, prendere appunti fitti fitti ai lati del libro perché  la professoressa stronza non era soddisfatta delle traduzioni del libro di testo, che avevo comprato usato perché  nuovo costava 75 euro. Ricordo le sue interrogazioni, l'ultimo anno mi torchiò per 6 ore su Pascoli, l'unico poeta che tolleravo, perché  non era soddisfatta. Non voleva  mandarmi al posto con 4, nemmeno quando la supplicai, no, voleva vedermi soffrire. Mi ha dato 6 e ora io odio Pascoli, e odio lei.

Ci sono altri ricordi dolorosi, sempre con me come vittima, e il carnefice di turno, perché  per il resto non ho nulla di cui lamentarmi. Giuro, mi faccio pena da sola. Non dovete pensare che scriva queste cose per generare attenzione, non ne voglio, grazie. Sono però convinta  di non essere l'unica che ha avuto un passato difficile, insoddisfacente, pesante e non riesce a  scrollarselo di dosso. Per questo non apro mai il Cassetto, per questo cerco di non pensare mai al passato. Io voglio vivere solo nel presente, cercando di non mandare a puttane il futuro. Non rimango mai in contatto con le figure del mio passato. Insegnanti, compagni, amici di infanzia per me non esistono più,  nemmeno sulle pagine dei social, dove sono nascosti, messi anche loro in una sorta di cassetto dove non guardo mai.

Se qualcun altro fa la stessa cosa, cerca di dimenticare il passato, o meglio lo nasconde mi faccia sapere come se la cava, perché io ci son giorni che non me la cavo proprio bene. Tipo oggi, e in genere sempre dopo un violento litigio con Madre. Madre è la più grande bulla della mia vita e ci convivo  da 27 anni, ormai, senza  comunque avere mai la meglio, senza mai averla vinta. La sua frase preferita era fin da quando ero bambina: Mi hai deluso. Ora non lo dice più,  non c'è  bisogno di dirlo, lo so già.  Eppure... eppure non le ho mai mancato di rispetto, non ho mai saltato la scuola, mai preso brutti voti, mai stata bocciata, non mi sono mai drogata, non ho mai fatto la zoccola, ho sempre cercato di evitare di darle dispiaceri, ma per lei non è mai abbastanza.
Ho sbagliato, ne sono cosciente. Fare qualcosa per far felice qualcun altro è  sempre sbagliato, soprattutto  se quel qualcuno è affetto da depressione mai conclamata, qualcuno che non ti voleva, e poi quando ti ha avuto ha solo riversato su di te le sue frustrazioni.

Devo vivere solo per me. Essere egoista.

Vorrei poter mettere tutti i ricordi che ho di lei in quel cassetto e disfarmi della cassettiera intera. Non so ancora come fare a liberarmi di questi peso.
Forse l'unica è  andarsene lontano.

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