giovedì 22 ottobre 2015

#5 Amo la fine dell'inverno. Una fenice che rinasce dalle sue ceneri

Questo post fa parte delle 50 confessioni random con cui questo blog è iniziato.
Mi va di riprendere l'argomento per continuare questo percorso di conoscerci a vicenda, insomma io non conosco ancora voi che passate di qui, ma spero che sapendo qualcosa in più di me diventerete meno timidi e commenterete. 

Siamo in pieno autunno ed è tutto bellissimo, le foglie si tingono di rosso, cadono, sono belle, è tutto romantico, i vestiti caldi e morbidi, le bevande calde. 
Insomma dopo un'estate passata boccheggiare dal caldo un po' di fresco ci fa solo bene, prima di iniziare a cristonare con le tipiche frasi  che vedo sul wall di Facebook: "Ma quanto cazzo freddo fa." 
Quando si parla di oversharing..

Comunque dicevamo. Mi guardo intorno e devo bellissime decorazioni nei negozi, chi già quelle di natale, chi quelle di halloween. Per quanto la tradizione non ci appartenga, sono grata a questo meltin pot di culture per questa festività che in qualche modo allontana di un po' il Natale. 
Ve l'ho detto che odio il Natale? No? beh ne parleremo presto. 


Insomma autunno per ogni dove, mi piace eh, non fraintendetemi, ma volete mettere la primavera? La primavera è dinamica, la rinascita della natura dopo il lungo inverno, un momento pieno di possibilità. 

Quello che mi piace davvero però è la fine dell'inverno, i primi giorni di marzo, quando il sole si fa più insistente, ma è ancora abbastanza freddo e il cielo è di quell'azzurro intenso che toglie il fiato. Quando ci sono quelle giornate lì, vorrei stare sempre all'aperto e guardare il mondo, fare indigestione di tanta bellezza. Si vedono i germogli sugli alberi che diventano verdi. Pieni di possibilità, pieni di fragilità. Bastano un paio di giorni freddi e geleranno, oppure diventeranno quelle bellissime foglioline verde smeraldo che fanno sfoggio di sè lungo i corsi torinesi. 
Le nuvole sono bianchissime, ma definite, non sporcano il cielo, che rimane di quel profondo azzurro nel quale mi perdo sempre  e che mi ricorda che oltre quelle nuvole c'è l'universo, e quanto noi siamo piccoli, quanto noi siamo infinitesimi. Siamo importanti solo per noi stessi. Nessuno da quell'infinito verrà a darci una mano, a guidarci.  
Quei giorni di calma prima del risveglio primaverile sanno di quiete prima della tempesta, sono di una staticità dinamica, tutto è in potenza, e presto diventerà quello che deve diventare. I germogli saranno foglie o fiori, che posi saranno frutti. Io germoglierò? E' una possibilità. Nei giorni di marzo io mi sento come cenere di una fenice che sta per riprendere la sua forma originale. E' una cosa che sento internamente, nel mio subconscio ed è una cosa che traspare anche nel mio aspetto. 

Amo quei giorni, quei giorni sono sempre felici. 

Poi arrivano i pollini e la festa è finita.

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