domenica 6 dicembre 2015

Odio uscire la sera

Odio uscire la sera. 

Quando sono fuori e percorro il tragitto per andare alla macchina è uno dei momento in cui mi sento più vulnerabile, ho le chiavi di casa incastonate tra le nocche della mano destra e il telefono nella sinistra, guardo avanti, cercando di non attirare l'attenzione di nessuno, non fisso nessuno, non guardo nessuno negli occhi, per paura che qualcuno fraintenda il mio sguardo come un invito. Mi faccio i fatti miei, sperando di passare inosservata, nel male e nel bene. Quando esco non metto cappotti o accessori appariscenti e preferisco le scarpe basse. Questa è la situazione quando decido di uscire di casa la sera, perchè per quanto io esca in compagnia gli ultimi 50 metri sono sempre solitari, o comunque in piccolo numero, e ho sempre paura che qualcosa possa accadere.

La gente, anzi no, i ragazzi che con litri di alcol in corpo, si muovono in branchi e si credono i padroni del mondo. Questi pensano che sia normale, con il favore della notte, ubriacarsi, starnazzare e apostrofare chiunque, insultando il malcapitato, o la malcapitata, coperti dalla sicurezza che essendo un gruppo numeroso nessuno oserebbe rispondere.

Sta sera è toccato a me, a quasi trent'anni, dopo 13 anni di scuola dell'obbligo alle spalle e numerosi anni a subire varie forme di bullismo, avevo pensato di aver superato la questione. Pensavo di aver creato una barriera agli insulti e le prese in giro, invece il cuore muore sempre un po'. 

Un  branco di caproni ubriachi incrociando me e la mia amica ha trovato davvero esilarante urlare: 
"Guarda! Quella è la ragazza di Luca! Quella a destra. Ahahah Ahahah. Che schifo!"
Quella a destra ero io.  Sono morta, di vergogna, di rabbia, di dispiacere. Scene così ne ho subite tante tra medie e superiori, da ragazzini crudeli, viziati e insensibili. Come se fosse impossibile che questo "luca" potesse scegliersi una ragazza grassa come fidanzata. Disonore a te Luca.

Non li ho visti in faccia, non so chi siano e nemmeno che età avessero. Mi è bastato vedere la bottiglia di vino che avevano in mano, per decidere di incassare e passare oltre, senza nemmeno alzare lo sguardo.

Dietro ogni insulto di questo tipo c'è una ragazza brutta, o grassa, bruttina, cicciotta, o dio non voglia, con qualche disabilità, un essere umano comunque ricordiamolo, che muore un po'. 
Una qualsiasi persona con cervello mi direbbe: "Lasciali perdere, sono degli stupidi, cretini... (scegliete voi l'insulto a vostro piacere), non meritano la tua considerazione". 
Ma io domani mi guarderò allo specchio con uno sguardo più spietato e attento ai miei difetti rispetto a ieri, per colpa di quei ragazzi, mi analizzerò al microscopio e deciderò che dovrò iniziare un'altra dieta, che devo dimagrire, devo essere più bella, più qualsiasi cosa. 
My pale skin
Non sono le riviste femminili che creano ideali bellezza inarrivabili e che fan venire i complessi alle ragazzine, non sono le modelle anoressiche che fanno venir voglia di fare dieta alle adolescenti, non sono le beauty guru che fan crescere nelle donne la consapevolezza dei propri difetti e la necessità di coprirli con il trucco. Sono queste persone, generalmente maschi, che per divertimento mortificano il prossimo. Sono loro il motore che genera il disagio. Io non mi sono mai sentita offesa da una modella magra, nè ho mai voluto imitarla, non mi sono mai sentita complessata mentre sfogliavo una rivista di moda, no mai. 
Mi è bastata una parola di un bullo per farmi rivivere certe orrende emozioni, che speravo di aver archiviato e rifarmi alzare i complessi, come se fossi ancora quell'adolescente con il sedere grosso. 

Io ti odio, minchione sconosciuto. Hai osato spaventarmi a morte, oltretutto insultandomi. 
Per il 2016 ti auguro con tutto il cuore di essere ripagato con la stessa moneta, di conoscere cosa vuol dire struggersi per qualcosa di te che non puoi cambiare, di provare sulla tua pelle la vergogna di essere te stesso.


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